mercoledì 31 agosto 2011

Parte 2/6 – I colori: la suddivisione dei colori


I colori si suddividono in primari, secondari e terziari.

- Colori primari: rosso, blu, giallo, non possono essere ottenuti mescolando altri colori.

- Colori secondari: arancio, verde, viola si ottengono mescolando due colori primari in parti uguali.

- Colori terziari: si ottengono mescolando due colori primari in quantità diverse.
All’interno dei colori primari e secondari, abbiamo tre coppie di colori detti complementari.

Ogni coppia di complementari è formata da un primario e dal secondario ottenuto dalla mescolanza degli altri due primari. Per sapere qual è il complementare del colore primario, mischiate gli altri due primari:
- il rosso e il blu formano il viola che è il complementare del giallo
- il giallo e il blu formano il verde che è il complementare del rosso
- il rosso e il giallo formano l’arancione che è il complementare del blu

I colori complementari sono coppie di colori del tutto singolari, che nel disco cromatico hanno posizioni di massima contrapposizione.

lunedì 29 agosto 2011

Parte 1/6 – I colori: percezione del colore


In biofisica il colore è la percezione visiva generata dai segnali nervosi che i fotorecettori della retina inviano al cervello quando assorbono radiazioni elettromagnetiche di determinate lunghezze d'onda e intensità nel cosiddetto spettro visibile o luce.
Origine fisica: La luce visibile è complessivamente bianca in quanto somma di tutte le frequenze dello spettro visibile. A ciascuna frequenza del visibile è associato un determinato colore. In particolare la diversità di colore o semplicemente il colore dei corpi, percepito poi dall'occhio umano, deriva dal fatto che un certo corpo assorbe tutte le frequenze o lunghezze d'onda dello spettro visibile, ma riemette o riflette una o più componenti o frequenze della luce bianca che, mischiate tra loro, danno vita al colore percepito dall'occhio umano. In particolare nei due casi estremi un corpo appare bianco quando assorbe tutte le frequenze riemettendole a sua volta tutte, viceversa un corpo appare nero quando assorbe tutte le frequenze e non ne riemette alcuna; in tutti gli altri casi intermedi si avrà la percezione tipica di un altro colore.
Percezione del colore
La formazione della percezione del colore da parte dell'occhio avviene in tre distinte fasi:
Nella prima fase un gruppo di fotoni (stimolo visivo) arriva all’occhio, attraversa cornea, umore acqueo, pupilla, cristallino, umore vitreo e raggiunge i fotorecettori della retina (bastoncelli e coni), dai quali viene assorbito. Come risultato dell’assorbimento, i fotorecettori generano (in un processo detto trasduzione) tre segnali nervosi, che sono segnali elettrici in modulazione di ampiezza.
La seconda fase avviene ancora a livello retinico e consiste nell’elaborazione e compressione dei tre segnali nervosi, e termina con la creazione dei segnali opponenti, segnali elettrici in modulazione di frequenza, e la loro trasmissione al cervello lungo il nervo ottico.
La terza fase consiste nell’interpretazione dei segnali opponenti da parte del cervello e nella percezione del colore.
E sempre tre sono i fattori che influenzano la percezione del colore: i colori dell’ambiente (ossia i colori che circondano l’oggetto); il colore locale (che è il colore proprio dell’oggetto); il colore tonale (cioè gli effetti di luce ed ombra sull’oggetto).
Influenzano la percezione del colore anche elementi quali il tipo d’illuminazione dell’ambiente, la grandezza della superficie, il materiale di supporto.
Gli oggetti e gli ambienti che ci circondano sono in gran parte colorati. Ciò dipende dal fatto che la luce si diffonde attraverso onde di diversa lunghezza: ad ogni onda corrisponde un colore. La differenza tra 'colore' e 'non colore' è spesso soggettiva. Per questo è importante conoscere la “teoria dei colori”.
Il nostro occhio percepisce solo una piccola parte delle onde luminose esistenti in natura; a questa corrisponde uno spettro di sette colori: il rosso, l’arancio, il giallo, il verde, l’azzurro, l’ìndaco e il violetto.
Il fisico inglese Isaac Newton dimostrò, nel 1672, che la luce, che vediamo bianca, è in realtà composta dai sette colori dello spettro solare. Nel suo esperimento Newton fece passare un raggio di luce attraverso un prisma di cristallo. Il raggio si scompose nei sette colori dello spettro solare, dimostrando che il bianco è la somma di quei colori.

L’oggetto che riflette tutte le onde luminose appare bianco; l’oggetto che assorbe tutte le onde, senza restituirle ai nostri occhi, viene visto dai nostri occhi nero; l’oggetto che assorbe tutte le onde tranne uno, ha il colore corrispondente a quell’unica onda ( ad esempio: un oggetto che non assorbe il verde, viene visto dai nostri occhi verde). Per questa ragione alcuni artisti definiscono il bianco e il nero “non colori” perché il bianco è dato dalla somma di tutti i colori, il nero dall’assenza di colori.

domenica 28 agosto 2011

Bentornati a tutti!

Anche per quest'anno le ferie estive sono finite!
Da domani l'attività del blog e di Rofos Design riapre ufficialmente!!!
Grandi novità ci aspettano!!!

sabato 6 agosto 2011

Buone Ferie!


Rofos Design
vi augura delle belle e riposanti vacanze!
Ci vediamo a fine agosto, con tante belle novità!



giovedì 4 agosto 2011

Le immagini della settimana

Certamente vi sarete accorti che ogni settimana, sulla colonna di destra, postiamo delle belle foto scattate da noi o da amici.
Purtroppo non è possibile ingrandirle quindi abbiamo pensato di postarle!
Eccole qui!
Settimana dal 4 al 10 luglio Scatto subacqueo Arabia Saudita (2008) foto di Giorgia Beveresco Canon PowerShot A720 IS
Settimana dal 11 al 17 luglio
MOMA
New York (dicembre 2008)
foto di Giorgia Beveresco
Canon PowerShot A720 IS
Settimana dal 18 al 24 luglio
Vetrina di un negozio d’abbigliamento
New York (ottobre 2008)
foto scattata da Paola Zagato
Canon EOS 400D
Settimana dal 25 al 31 luglio Riposo a Central Park New York (ottobre 2008) foto scattata da Paola Zagato Canon EOS 400D
Settimana dall’1 al 7 agosto Ninfea Riviera del Brenta (settembre 2009) foto scattata da Paola Zagato Canon EOS 400D
Settimana dall’8 al 28 agosto Magnificenze marine
Mediterraneo (giugno 2008)
foto di Giorgia Beveresco
Canon PowerShot A720 IS
Se volete potete inviarci una bella foto scattata da voi; saremo felicissimi di pubblicarla!

mercoledì 3 agosto 2011

parte 5/5 - Il carattere o font: famiglie di caratteri


I caratteri sono divisi per famiglie, in base alle loro caratteristiche:
Gotico
I primi caratteri tipografici utilizzati con l'invenzione della pressa da stampa somigliano alla calligrafia maiuscola dell'epoca. Vengono anche chiamati script gotici. A questa famiglia appartengono: i Textualis (Old English), i caratteri Schwabacher, la famiglia Fraktur.
Con grazie
I caratteri con grazie, qualche volta chiamati romani, comprendono dei sottogruppi:
  • Lapidario
  • Veneziano
  • Rinascimentale, con solo piccole differenze in spessore all'interno del glifo
  • Barocco, nei quali lo spessore all'interno del glifo ha maggiore variazione
  • Moderno, con la massima variazione di spessore all'interno del glifo. L'introduzione delle tecniche di fusione perfezionate alla metà del XVIII secolo permise tratti più fini e influenzò grandemente questi caratteri
  • Contemporaneo, usato per scopi decorativi.
Senza grazie
Il fenomeno tipografico dei sans-serif è relativamente recente nella storia della tipografia (1816). Per la classificazione i sans-serif si dividono grossolanamente in quattro gruppi principali:
  • Grotesques
  • Neo-grotesques
  • Humanist
  • Geometrici
  • Transport D, ideato negli anni cinquanta ed usato in molti paesi europei come carattere tipografico per i segnali stradali, sia neretto che condensato, sia normale che stretto.
Informali
I tipi di carattere informali (o script) simulano la calligrafia. Non si prestano molto bene a grandi quantità di corpo di testo, poiché l'occhio umano li trova più difficili da leggere.
Tipi di carattere originali
Hanno generalmente forme di caratteri molto particolari e possono addirittura comprendere immagini di oggetti, animali o altro. Hanno caratteristiche molto specifiche, quindi uso molto limitato. Non sono adatti per il corpo del testo.
Simboli
Consistono di simboli e non di caratteri per il testo.
Fonte: wikipedia.com

lunedì 1 agosto 2011

parte 4/5 - Il carattere o font: con e senza grazie

Si possono suddividere i tipi di carattere in due categorie principali: con o senza grazie (note anche con l'inglese serif). I caratteri graziati hanno delle particolari terminazioni alla fine dei tratti delle lettere. L'uso delle grazie deriva dai caratteri lapidari romani, dove era molto difficile scalpellare nel marmo angoli di novanta gradi necessari a terminare le aste.
L'industria tipografica si riferisce ai tipi di carattere senza grazie come bastoni, lineari, sans-serif (dal francese sans, "senza").
Esiste una grande varietà sia fra i tipi di carattere graziati che fra i bastoni; entrambi i gruppi contengono tipi progettati per testi lunghi e altri intesi per scopi principalmente decorativi.
La presenza o l'assenza di grazie è solo uno dei molti fattori nella scelta di un tipo di font.
I caratteri con grazie sono generalmente considerati più facili da leggere in lunghi passaggi che quelli senza. Gli studi al riguardo sono ambigui e suggeriscono che la maggior parte dell'effetto sia dovuta solo ad una maggiore familiarità. Libri e giornali usano quasi sempre caratteri graziati, almeno per il corpo del testo. Sul web, invece, è meglio utilizzare un carattere non graziato moderno, poichè, sullo schermo del computer, i caratteri senza grazie hanno migliore leggibilità a causa della loro minore risoluzione.


Font con grazie


Font senza grazie